Papà, volevamo iniziare così, con una semplicissima e piccolissima parola: GRAZIE (anche se grazie, forse, è troppo poco!).
Grazie perché ci sei sempre: la tua presenza è fissa, non ci abbandona mai, neanche quando siamo lontani. Perché papà, la tua presenza è forte, ci avvolge e ci fa sentire protetti, sicuri, ci dà la forza di affrontare questo mondo che sembra meno buio quando accanto a noi ci sei tu.
Grazie perché sappiamo che eri giovane e pieno di sogni quando ci siamo presentati al mondo, perché per renderci quello che siamo oggi, per realizzare i nostri sogni, molto spesso, hai chiuso nei cassetti i tuoi, ma ti giuriamo papà che se potessimo li tireremmo fuori tutti, per dargli forma, per farli vivere: li realizzeremmo tutti per te.
Papà: una delle prime parole che un figlio pronuncia, quella parolina magica che ti dà la certezza di essere salvo, di avere una terra solida a cui aggrapparsi quando il mare è in tempesta e ti sembra di annegare.
Papà: una parola che ha il sapore di casa, di calore, di braccia che t’avvolgono e ti tengono al sicuro… quello che tu fai sempre con noi. Volevamo dirti grazie e volevamo dirti che siamo con te.
Si papà, siamo con te, sempre.
Non devi mai aver paura di niente, perché se mai avrai bisogno di qualcosa, noi saremo accanto a te: dipingeremo per te i mondi che vuoi, coloreremo il cielo del più bel azzurro e vedrai che non ci sarà nuvola che potrà mai offuscare il tuo sorriso…quel sorriso grande, prepotente, che ti piega le labbra e ti fa strizzare gli occhi.
Caro papà, sei un uomo speciale e a ti dobbiamo tutto.
Ti doviamo la vita bellissima che ci hai dato e che ogni giorno ci continui a dare, ti dobbiamo tutti i sorrisi che ci affiorano sul viso, ti dobbiamo nostri sogni, il nostro bellissimo mondo.
E ti dobbiamo anche un immenso ti amiamo.
L’amore che può provare un figlio per un padre è infinito e, quello che proviamo noi per te, lo è ancora di più.
Resta l’uomo fantastico che sei, quello che si prende cura di noi, della nostra famiglia e non permettere mai al mondo di cancellare il tuo sorriso: se avrai bisogno di un bastone saremo lì al tuo fianco per sorreggerti e se avrai bisogno di un motivo per sorridere saremo lì per dartene infiniti.
Sei la nostra vita: il rosso del nostro sangue, il colore dei nostri occhi, la forma delle nostre risate…sei la nostra roccia.
- Andavamo in auto, che non avevano cinture di sicurezza.
- Si giocava a leggere le targhe delle macchine per indovinare la provenienza.
- Si andava in bici senza casco.
- Uscivamo a giocare con l’obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari, cosi che nessuno poteva rintracciarci. IMPENSABILE!!!!!!
- Si suonava i campanelli delle case e poi si scappava a nasconderci.
- Le sere d’estate ci si trovava con gli amici….. e si giocava a nascondino.
- Si giocava, a scrivere con il dito le parole sulla schiena, da indovinare.
- In due sulla bicicletta, quello di dietro metteva la freccia con il braccio fuori..
- Uscivamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico. Suonavamo il campanello semplicemente per vedere se lui era lì e poteva uscire.
- Bei tempi quelli in cui le decisioni importanti dipendevano da un “ambrabràciccicocò”.
- Noi che… da piccoli ci sentivamo dire “se cadi e ti fai male… ti do anche il resto”.
- Noi che …….. i selfie li facevamo nella cabina “FOTOAUTOMATICA”
- Noi che….. se volevamo cambiare canale alla TV, dovevamo necessariamente alzarci dal divano.
- Si. Lì fuori. Nel mondo crudele. Senza un guardiano. Come abbiamo fatto?. Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli altri scartati, dopo non subivano un traumi.
- La scuola durava fino alle 12,30, poi andavamo a casa per il pranzo. Noi che…. a scuola ci andavamo da soli e tornavamo da soli.
- Quando entrava la maestra in classe, per salutarla ci si alzava in piedi e si diceva buongiorno.
- Quando si andava a scuola con i libri legati con la mitica cinghia.
- A scuola usavamo la colla COCCOINA con il pennellino, che aveva un forte profumo di mandorle.
- Noi che facevamo gli esami di 5^ elementare.
- I nostri banchi di scuola avevano il buco per il calamaio. Te lo ricordi ?????
- Noi che la mattina del compito in classe andavamo in cartoleria a comperare due fogli protocollo, una per la bella e uno per la brutta copia.
- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano l’anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagologo né per problemi di attenzione o d’iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno, perchè gli insegnanti avevano ragione.
- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso perdevamo un dente, nessuno faceva denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
- Per disinfettare le ginocchia sbucciate usavamo la PENICELLINA in polvere.
- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, senza palestra, ma sempre in giro a giocare.
- Condivevamo una bibita in quattro..bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo
- Noi che si andava a dormire dopo “CAROSELLO”
- Noi che aprivamo la SIMMENTHAL con la chiavetta.
- Noi degli anni ’60 la nostra acqua frizzante era fatta con le bustine di “IDROLITINA”.
- Non avevamo tablet, palman, notebook, playstation e social netwook…. avavamo tanti AMICI
- Noi che passavamo ore intere in piazzetta a parlare con gli amici…..altro che whatsApp.
- Noi che …. non avevamo yuo tube…. cercavamo i testi delle canzoni su “TV SORRISI e CANZONI”.
- La cabina telefonica era il nostro cellulare e ricordavamo tutti i numeri a memoria.
- Noi che quando suonava il telefono gridavamo: “E’ PER ME”.
- Le cassette se le mangiavano il mangianastri e ci toccava riavvolgere il nastro con la BIC o con la matita.
- Per sentire se una pila era carica, mettevamo la lingua tra i due poli.
- Si andava a ballare anche la domenica pomeriggio….. ti ricordi???
- Facevamo le feste in casa e si ballavano i lenti.
- I pattini a quattro rotelle si allungavano quando cresceva il piede.
- I giocattoli si tenevano dentro i fustini del detersivo DASH o DIXAN
- Noi ci divertivamo con poco “Il gioco con i tappi dalla gazzosa” gare su circuiti disegnati sulla strada o sui marciapiedi.
- Noi che giocavamo con i pentolini in cortile….. cucinando stupende polpette di terra e acqua.
- C’era una volta nei vuoti di programmazione TV “INTERVALLO” con le pecore.
- Noi che un quarantenne lo consideravamo “UN VECCHIO”.
- Noi che a NATALE….. mettevamo sotto il piatto dei nostri genitori, la letterina.