1 dicembre 1968 – GIORNATA del PENSIONATO
Se una Azienda che onora i Suoi veterani merita il riconoscimento degli uomini, l’Azienda che onora i suoi pensionati merita il riconoscimento di Dio. Perché Dio benedì il seme della riconoscenza e della gratitudine, ed il legame che unisce la Ditta ai suoi vecchi pensionati non è più un legame di interesse reciproco , ma solo una offerta unilaterale.
Questo vincolo, quando esiste, è nobile per la Ditta che non ha più bisogno dei vecchi dipendenti ma continua a interessarsene ed a ricordarli, è nobile anche per il vecchio operaio che pur non aspettandosi più nulla dalla ditta la ricorda con nostalgia ed attaccamento.
Quest’anno, per la prima volta, il nostro Presidente ha voluto che la Snia fissasse nel tempo il rapporto con i suoi pensionati.
E non vi è luogo migliore per riunire i pensionati che presso le proprie fabbriche, fonte per loro di ricordi incancellabili.
Anche Magenta festeggiò i suoi pensionati ed il raduno cominciò nella grande Basilica di S. Martino, ove la S. Messa celebrata dal Parroco riunì spiritualmente i nostri morti, gli ex operai e gli attuali collaboratori. Non poteva iniziare meglio una manifestazione come questa fondata soprattutto su vincoli spirituali.
Dopo la S. Messa ci si ritrovò tutti nel gradevole ed accogliente ambiente della mensa aziendale, opportunamente addobbata, ove con le Autorità civili e religiose della città, con i rappresentanti della Direzione Generale, delle Direzioni e dei quadri delle due fabbriche, circa 130 operai pensionati degli stabilimenti Snia e Novaceta si ambientarono immediatamente in una atmosfera calda di solidarietà e di amicizia, di comprensione e di buon umore.
Riunirsi intorno ad una tavola e pranzare insieme rappresenta il più bel momento di rilassamento e di comunicativa che può aver luogo in una famiglia, e questo si verificò anche nella nostra grande famiglia aziendale il 1° dicembre a Magenta.
Ma se l’ambiente, il menù ed il buon vino creavano le premesse per una piacevole manifestazione di intesa, furono gli uomini ed il loro comportamento che garantirono la completa riuscita della riunione.
L’immancabile Coro contribuì a creare l’ambiente distensivo e familiare, che si riscaldò sempre più con il susseguirsi delle portate e l’avvicendarsi delle bottiglie.
Al termine del pranzo ebbero luogo gli scambi ufficiali che precedettero l’assegnazione delle medaglie premio. Li ho chiamati scambi e non discorsi, perché in una cerimonia così spontanea e genuina la parola stona.
Parlò il nostro giovane Direttore dott. Stefanoni che mise subito a fuoco l’a spetto essenziale della manifestazione:
«Questa giornata del pensionato, questa simpatica riunione, non va intesa come un semplice incontro formale, ma va approfondita ed apprezzata nel suo significato intensamente umano e sociale. Se noi conosciamo ed apprezziamo il contributo degli attuali collaboratori, sta te certo che non dimentichiamo e non dimenticheremo mai ciò che voi vecchi nostri lavoratori avete fatto. Questa non è retorica, ma è convinzione e sentimento che io, vecchio soldato ed ormai quasi veterano lavoratore vi partecipo con sincerità e semplicità».
Prese quindi la parola il dott. Benetti Direttore della Novaceta che ricordò le origini della fabbrica Novaceta, 15 anni fa, il suo progressivo sviluppo e potenziamento, fino all’attuale brillante affermazione raggiunta con l’indimenticabile contributo dei pensionati presenti.
Parlò quindi il Sindaco Ing. Passoni che ringraziò per aver potuto parteci pare alla simpatica manifestazione ed espresse la gratitudine della Città per quanto la Snia ha fatto e fa per i suoi concittadini.
Parlò il buon Pastori rappresentante dei pensionati, parlò anche l’Ing. Coronelli vecchio Direttore di Magenta, uomo schivo e nemico dei discorsi, che preso dall’entusiasmo generale si espresse con cuore e calore tra la commozione di molti suoi vecchi operai.
Parlò infine, per la Direzione Generale, l’ing. Giuseppe Crosti, che con la sua parola piana e suadente cristallizzò l’attenzione generale.
Ricordò i nostri morti, nella cui memoria si era aperta la manifestazione, accennò ai vecchi volti riconosciuti di molti ex operai presenti, risalì nei ricordi lontani della vecchia Snia, fece una rapida e interessante panoramica sulle attuali affermazioni in corso e sul pro mettente programma avvenire della no stragrande azienda e concluse:
«La Snia sente il dovere di tenervi al corrente delle cose nuove che sta facendo perché siete voi, col vostro lavoro di ieri, che avete posto le basi del progresso di oggi e di quello di domani. La Snia vi è grata e non vi dimentica: e chiamando proprio voi pensionati a questi periodici incontri, vuol confermarvi che se avete lasciato ormai da tempo il vostro Stabilimento non per questo siete usciti dall’ambito della grande famiglia».
Ebbe luogo quindi la distribuzione del le medaglie e fu questo forse il momento più bello, poter rivedere da vicino uno per uno tanti cari volti di vecchi compagni di lavoro ai quali sono ormai legati decenni della nostra vita . Nell’euforia della manifestazione che volgeva lentamente al termine fu così possibile avvicinare tanti vecchi conoscenti e sentire le loro impressioni e condividere nostalgici ricordi. .
Il buon Garavaglia Carlo alla domanda se era meglio allora o meglio oggi rispose « così e così », era in dubbio. Aveva nostalgia della Snia? « si, molto >> rispose. Un operaio alto, di cui mi sfugge il nome, era rimasto profondamente colpito dal ricordo dell’Ing. Crosti per i no stri morti. Garavaglia Davide, vecchio cambia-filiere di filatura, si ricordava del le istruzioni ricevute un tempo lontano sulla procedura del cambio delle filiere, e ad una domanda in merito disse: « tornerei di corsa in filatura a cambiare filiere ». Il sempre allegro e simpatico Francesco Gomaraschi, vecchio ed attivo ex Capo Officina, ricordava che nel 1925 aveva visto venir su i muri del nostro vecchio stabilimento ed ave va assistito a tutte le trasformazioni avvenute in fabbrica in oltre 40 anni di continua evoluzione: e mi strappò la promessa che gli avrei mostrato il nostro recente impianto meccanizzato di trasporto a magazzino. Un altro operaio disse con occhi lucidi che in 40 anni di Snia questa era la più bella manifesta zione che si fosse mai effettuata.
Vi fu qualcuno cui l’entusiasmo era stato eccezionalmente corroborato dal buon vino della tavola (taccio il nome), un ometto vispo ed esuberante che si lamentava pateticamente di non aver ricevuto la medaglia: sfido io, non aveva ascoltato la chiamata! Così hanno dovuto mandargliela poi a casa.
Fu un allegro caleidoscopio di incontri e di scambi dai quali trapelava il senso di attaccamento di tutti questi buoni operai per la loro vecchia azienda e per gli antichi compagni di lavoro.
Se un’azienda, una grande azienda, vuole proiettare con sicurezza il proprio avvenire nell’avvenire del popolo e della Nazione, deve diventare un fatto storico nella vita dei cittadini, attraverso le generazioni; e la Snia Viscosa è su questa strada.
Domenico Vigorelli